Molte organizzazioni di medie e piccole dimensioni non hanno possibilità di avere un manager dedicato e sono costrette a fare svolgere questo ruolo ad altre figure. Spesso scelgono operatori o collaboratori che hanno dimostrato particolari capacità, oppure figure amministrative che, in virtù del ruolo che stanno già ricoprendo, sono chiamati a svolgere anche questa parte.
Un manager porta una competenza specifica, ha strumenti propri del ruolo e una attenzione alla impostazione dei processi che ha sviluppato in modo analitico ma soprattutto è un esperto nella gestione della complessità, della comunicazione e delle relazioni.
La figura manageriale deve, nella propria organizzazione, aiutare a comprendere la situazione in cui ci si trova ed offrire chiavi interpretative del presente in una prospettiva evolutiva considerando il contesto economico, sociale, fiscale, di mercato.
E’ capace di supportare gli organismi amministrativi di vertice nello sviluppare una visione di prospettiva e la relativa strategia. Sa valorizzare le risorse umane dell’organizzazione, motiva e stimola. Sa comunicare in modo efficace sia con altre figure apicali che con gli altri livelli dell’organizzazione e con la clientela. Sa comprendere il contesto, adottare il giusto registro comunicativo, rappresentare la propria posizione e le proprie idee.
Quanto descritto è indispensabile per ogni realtà: avere una figura di questo tipo che sappia avere chiara la direzione in cui sta conducendo l’organizzazione preservando la capacità di non essere continuamente assorbito dalle urgenze quotidiane.
Sovente accade che le dinamiche interne non permettono un clima collaborativo e produttivo. Altre volte ancora emergono problemi economici di cui non è immediato comprendere le cause o non si riesce a sviluppare una strategia per affrontarle in tempi brevi.
Tutti questi elementi non solo sottraggono energie e tempo al ruolo di leadership ma rischiano di non permettere una focalizzazione corretta sulle priorità e sulle strategie più efficaci per perseguirle.
Il mio lavoro consiste nel supportare il management nella definizione di obiettivi di lungo periodo e nelle strategie di medio e breve periodo necessarie a perseguire i risultati prefissati.
Lavoro molto sul prendere consapevolezza del ruolo e sulla visione di se stessi e di come quest’ultima si rifletta in tutte le direzioni. Anche dalla qualità delle relazioni interne alla organizzazione e dal clima produttivo e collaborativo che occorre favorire, discende una maggiore o minore efficacia delle azioni che si intraprendono.
Il supporto alla leadership inoltre permette di supportare quest’ultima nella autoanalisi rispetto alla visione di se stessi in rapporto agli altri collaboratori che, unilateralmente, è molto difficile se non impossibile.
Una visione esterna, specializzata e competente, aiuta e sostiene un percorso di costante focalizzazione sugli elementi sostanziali a cui far risalire quanto sta accadendo, a definire con chiarezza gli obiettivi ed i risultati attesi, a introdurre le strategie per il perseguimento degli stessi, a monitorare l’evoluzione della situazione e l’efficacia delle azioni intraprese e a valutare eventuali correttivi.
Questa esigenza di supporto diventa addirittura pressante all’inserimento in organico di figure che devono fare esperienza perché giovani o perché provenienti da altri settori dell’organizzazione. Soprattutto nelle organizzazioni medio-piccole, dove si preferisce valorizzare personale già presente che abbia dimostrato capacità e disponibilità anche quando privo di solida esperienza manageriale.
Attraverso la metodologia learning by doing è possibile sviluppare nuove competenze agendo sotto la guida di un occhio esterno competente, che restituisca costantemente una lettura critica, costruendo consapevolezza con il manager rispetto a se e al proprio ruolo nello sviluppo delle strategie necessarie all’organizzazione.
“Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare” Ben Herbster